La chimica sulle labbra di tutti

Dipingersi le labbra è una consuetudine antichissima. Già i Sumeri e gli Egizi utilizzavano la colorazione delle labbra e Cleopatra se ne faceva preparare una con pigmenti rossi di coleotteri e formiche. Nel 1895 nacque in Francia il primo rossetto moderno e il rosso cocciniglia era la moda del momento. Tuttavia, l’industria cosmetica mise sul mercato gli stick solo dopo la Prima Guerra Mondiale e, nella Seconda Guerra Mondiale, le labbra colorate sono state parte integrante della divisa delle soldatesse americane. I rossetti come oggi noi li intendiamo e vediamo vedono la luce solo dopo lo sviluppo del ramo chimico dei coloranti organici.

La forma cosmetica dei rossetti di uso comune è quella in stick. Uno stick di rossetto contiene fino a 25 ingredienti diversi, oltre alle cere e agli oli che ne sono i componenti principali. La scelta degli ingredienti richiede una valutazione molto accurata per poter creare il colore e la lucentezza e il grado di permanenza, caratteristiche fondamentali del prodotto.

Le cere sono la parte più importante della composizione perché determinano la struttura e la forma del prodotto. Viene utilizzata in particolare la cera d’api, naturale per eccellenza, che è composta da ben 300 diversi composti chimici. Il 70% di essi sono esteri seguiti dal 30% in totale di acidi organici e idrocarburi.

Altre cere impiegate sono la cera derivata dalla palma carnauba, che ostacola lo scioglimento al sole del rossetto, e la lanolina, una cera secreta dalle ghiandole degli animali che forniscono la lana, che agiscono come agenti emulsionanti degli altri ingredienti e donano lucentezza al colore al momento dell’applicazione sulle labbra.

Gli oli sono gli altri componenti strutturali fondamentali dei rossetti. Generalmente viene usato l’olio di ricino, chimicamente acido ricinoleico, per conferire al rossetto proprietà emollienti, facilitandone l’applicazione e donando lucentezza al prodotto. Non meno importante è la proprietà degli oli di agire come solventi per i coloranti.

acido ricinoleico

Nonostante la colorazione di un rossetto sia la prima caratteristica che attira lo sguardo, strutturalmente i pigmenti colorati rappresentano una percentuale piccolissima degli ingredienti. Il colore più utilizzato e più rappresentativo dei rossetti è il rosso carminio, l’acido carminico, un pigmento che deriva dagli insetti della varietà di cocciniglie che vivono sui cactus. Il rosso carminio viene preparato facendo bollire i corpi delle cocciniglie in una soluzione di ammoniaca o di carbonato di sodio. Successivamente si filtra il preparato e si aggiunge solfato di alluminio o potassio idrato (allume).

Per mantenere duraturo o indelebile il colore si usa il composto eosina che ha una sfumatura bluastra ma, una volta applicato reagisce con i gruppi amminici delle proteine della pelle delle labbra e il suo colore si intensifica.

eosina

Naturalmente, il rosso non è l’unico colore di rossetto. Per ottenere l’ampia gamma di colori disponibili oggi, sono necessari altri pigmenti e coloranti, di cui ne esiste un’ampia scelta. Inoltre, può essere aggiunto ai coloranti rossi il biossido di titanio (bianco) in quantità variabili per produrre una gamma di rossetti rosa.

Diversi altri composti possono essere uniti in piccole quantità per fornire qualità idratanti o per fornire una gradevole fragranza che maschera anche gli odori degli altri composti che compongono il rossetto. È interessante notare che la capsaicina, il principale composto capsaicinoide nei peperoncini che è in gran parte responsabile della piccantezza, a volte si trova anche nei rossetti. La sua presenza è dovuta alla sua capacità di agire come rubefacente, come sostanza cioè che stimola l’afflusso di sangue sulle labbra, facendole apparire più carnose.

capsaicina
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