La chimica della finta abbronzatura

L’estate sta finendo e il sole se ne va, ma continuare a vedersi ancora con un aspetto abbronzato anche all’inizio dell’autunno rimane un desiderio di facile realizzazione anche senza l’esposizione ai raggi solari grazie all’azione degli autoabbronzanti.

Gli autoabbronzanti sono sostanze a base principalmente (dal 3 al 5%) di diidrossiacetone, abbreviato in DHA, e maggiore è la sua concentrazione, tanto più pronunciata è l’azione abbronzante, a cui si accompagna però una maggiore possibilità di striature dopo l’applicazione.

Diidrossiacetone DHA

Per attenuare questo inconveniente, al DHA viene associato l’eritrulosio, una sostanza che ha un effetto abbronzante più graduale.

Eritrulosio

Oggi sul mercato ci sono diversi prodotti per ottenere la finta abbronzatura, ma la prima lozione autoabbronzante risale agli anni Sessanta ma, non era stata messa a punto completamente perché presentava parecchi problemi, come abbronzature striate e sgargianti arancioni, che nel tempo sono stati via via risolti.

Il DHA agisce sulle cellule morte che si trovano sulla superficie della pelle. Gli amminoacidi in esse contenuti, reagiscono con il DHA e formano le melanoidine, tramite la reazione di Maillard, la stessa della cottura degli alimenti e che conferisce per esempio al pane la sua fragranza e alla carne la doratura. Le melanoidine sono molecole colloidali che presentano un anello benzoico, e proprio in virtù di questa loro struttura chimica, negli autoabbronzanti assorbono le lunghezze d’onda della luce nell’intervallo del visibile producendo un effetto di inscurimento della pelle.

Per altro, l’effetto del DHA non è immediato. Infatti la doratura della pelle incomincia ad apparire dopo 2-4 ore e la lozione continua a lavorare e a scurire la pelle fino a 72 ore. Poi rimane l’effetto per circa dieci giorni, che è il tempo del ciclo di eliminazione delle cellule morte da parte della pelle.

Anche la finta abbronzatura ha un rovescio della medaglia. Gli studi effettuati sugli autoabbronzanti hanno dimostrato che rendono la pelle molto più sensibile ai raggi ultravioletti e che ventiquattro ore dopo l’applicazione, i radicali liberi prodotti superano del 180% la quantità normalmente prodotta dalla pelle non trattata. Per questo motivo, negli autoabbronzanti più recenti viene aggiunta nella composizione una crema solare di protezione. È tuttavia più sicuro, in caso di esposizione al sole dopo l’applicazione della lozione autoabbronzante, applicare una protezione solare con filtro adeguato (Leggi la scheda La chimica delle protezioni solari). Non è facile applicare in modo uniforme le lozioni autoabbronzanti, e tuttavia non è semplice nemmeno rimuoverle. Ci sono diversi metodi pratici per ottenere un buon risultato, uno dei migliori è aggiungere una generosa quantità di olio per il corpo nella vasca da bagno riempita con acqua e immergersi, perché l’olio distrugge il DHA e permette poi di lavare via la colorazione.

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