La chimica sulle mani

Quante volte sentiamo dire che la chimica ci avvolge e ci coinvolge e quanto non ne siamo convinti? Eppure, basta guardare ad esempio le nostre unghie abbellite dallo smalto per essere di fatto di fronte a un piccolo laboratorio di chimica.

Fonte: Pexels

Lo smalto per unghie è una particolare lacca sintetica che viene utilizzata per colorare le unghie delle mani e dei piedi.

L’usanza di dipingersi le unghie risale al terzo millennio a.C. quando gli antichi cinesi applicavano sulle unghie una miscela di sostanze vegetali, quali petali di fiori e gomma arabica, sostanze animali come la cera d’api e minerali come coloranti come segno di distinzione della classe ricca. Gli antichi egizi delle classi alte coloravano le unghie con l’henné che conferiva loro un tipico colore rosso-marrone. I primi smalti con scopo esclusivamente estetico, e non di distinzione di classe sociale, compariranno solo a partire dal IX secolo.

Comunemente uno smalto è costituito da una soluzione di nitrocellulosa, un polimero termoplastico detto anche nitrato di cellulosa o fulmicotone che forma una pellicola che impartisce la tipica superficie liscia dello smalto, sciolta in acetato di etile o in acetato di butile, due esteri dell’acido acetico (fai l’esercizio 43). A questa soluzione vengono poi aggiunti dei componenti fondamentali quali i pigmenti inorganici per conferire le diverse colorazioni agli smalti: l’ossido di cromo è il composto per le colorazioni verdi, l’ossido di ferro per i rossi e le sfumature di arancione e il ferrocianuro ferrico per le variazioni di blu. Vengono mescolati anche pigmenti organici, una vasta gamma di colori prodotti da composti molto simili ai coloranti alimentari.

Per ottenere un effetto perlaceo, si mescolano con lo smalto del biossido di titanio polverizzato, oppure della mica o, anche piccolissimi pezzetti di glitter e addensanti che evitano la separazione dei diversi componenti, rendendo lo smalto più facile da applicare. L’addensante più comunemente impiegato è l’ectorite di stearalconio.

Spesso viene poi aggiunto anche il benzofenone-1, un agente lucidante che contiene filtri ultravioletti per prevenire lo scolorimento dello smalto quando le unghie vengono esposte alla luce solare. Infatti, questo additivo assorbe e filtra la luce ultravioletta e impedisce che si sbianchi il pigmento che colora lo smalto.

Benzofenone-1

Quando lo smalto viene applicato sull’unghia il solvente evapora velocemente: la quantità e il solvente utilizzato dalla casa produttrice determinano lo spessore dello smalto applicato e il tempo perché esso si asciughi. La ricerca in campo cosmetico ha portato a capire che prodotti come toluene, xilene e formaldeide, un tempo utilizzati come solventi negli smalti, sono tossici e sono stati quindi sostituiti dagli acetati di etile e di butile. Affinché lo smalto non si scheggi vengono poi aggiunti dei plastificanti, in particolare la canfora, che hanno la funzione di collegarsi alle catene polimeriche in modo da distanziarle per rendere flessibile l’unghia e lo smalto dopo la sua essicazione.

Negli ultimi anni si è molto sviluppata l’applicazione di smalti semipermanenti, ovvero di resine che rendono lo smalto particolarmente resistente e quindi duraturo. Lo smalto semipermanente è molto simile a uno smalto classico, ma deve essere trattato, una volta applicato sulle unghie, con una lampada LED o UV che favorisce la polimerizzazione delle resine, ovvero l’asciugatura e l’indurimento dello smalto che prolunga così la sua durata fino a tre settimane senza sciuparsi o sbeccarsi. Le resine impiegate sono a base formaldeide e di tosilammide, un polimero sintetico della formaldeide. La formaldeide è presente negli smalti semipermanenti perché funge da indurente e rende lo smalto più resistente. Tuttavia, la formaldeide è reattiva, tossica e presenta attività cancerogena. Da alcuni studi, lo smalto semipermanente risulterebbe più tossico e dannoso del normale smalto in quanto contiene sostanze tossiche come toluene, ftalati, e naturalmente formaldeide. Inoltre, l’esposizione ai raggi UV per favorire l’indurimento aumenta il rischio di cancro alla pelle, così come avviene quando ci si abbronza senza crema protettiva. In ultimo, la rimozione dello smalto semipermanente avviene tramite solventi e l’uso di lime che spesso asportano lo strato corneo dell’unghia che non viene più recuperata.

È importante perciò leggere con attenzione l’INCI (International Nomenclature of Cosmetics Ingredients) degli smalti e controllare che non siano presenti le sostanze pericolose citate. Infatti, alcune case produttrici di cosmesi hanno messo a punto smalti, anche semipermanenti, privi di sostanze tossiche che, oltretutto, si rimuovono senza la limatura dell’unghia, evitando di danneggiarla.

ATTIVITA: Approfondisci la composizione degli smalti per unghie. Crea un elenco specificando per ciascun componente l’eventuale tossicità.

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